Recensione: Serie – JESSICA JONES MARVEL – Prima e seconda stagione – 13 puntate – Netflix – USA – 2015 – Fantascienza – Ideatore Melissa Rosenberg – Interpreti: Krysten Ritter, Rachael Taylor, David Tennant, Carrie-Anne Moss, Mike Colter, Eka Darville, Wil Traval, Erin Moriarty.

 


prima stagione: È una serie televisiva sicuramente rivolta ad un pubblico adulto, dato che sia le scene di sesso (soprattutto nelle prime puntate), che quelle di violenza, non erano per niente edulcorate, ma piuttosto esplicite.

Eroina dark, Jessica Jones, nata dai fumetti Marvel, non rientra nel canoni classici, non nasconde le sue fragilità e insicurezze, è dedita all'alcool e ha un comportamento al limite della misantropia. L’unica persona con la quale riesce ad intrattenere un rapporto di amicizia e affetto, ovviamente in modo poco convenzionale, è la sorella (divenuta tale dopo che Jessica viene adottata dalla madre di quest’ultima), Patricia.

I suoi poteri sono l’immensa forza e la capacità di spiccare salti tali da sembrare quasi che stia volando.

POSSIBILI SPOILER

Il pensiero che mi ha accompagnato, da un certo punto della serie in poi, è che Jessica mi ricordava terribilmente “Willie il Coyote”. Mi rendo conto che paragonare una serie televisiva così drammatica ad un cartone animato potrebbe risultare quasi “blasfemo” ma i tentativi ed i piani di Jessica per fermare il villain senza ucciderlo, puntualmente hanno franato miseramente, provocando più danni e vittime di quelli che lei stessa avrebbe voluto e soprattutto si riveleranno inutili.

La ragione di questa sua scelta è che una sua giovane cliente, Hope, era stata incarcerata per l’omicidio dei propri genitori e l’unico modo per scagionarla era costringere “Kilgrave” a testimoniare in favore della ragazza, infatti lei era stata costretta ad agire così sotto la sua l’influenza. Kilgrave è il “cattivo” di questa serie, riesce a condizionare le azioni altrui semplicemente ordinando a voce qualsiasi cosa e il malcapitato di turno è costretto ad eseguire i suoi ordini senza riuscire ad opporsi, ed era appunto quanto era successo anche alla sua giovane vittima, che però ad un certo punto preferirà suicidarsi, per liberare Jessica da questo vincolo, permettendole così di ucciderlo, rendendo, di fatto, vani tutti i tentativi precedenti di Jessica. In pratica, Jessica, era riuscita a catturare Kilgrave più o meno a metà stagione e se lo avesse ucciso subito, certamente la ragazza sarebbe rimasta in prigione e la sua vita sarebbe stata rovinata per sempre ma si sarebbero risparmiate – molte – altre vittime, tra le quali Hope stessa. Probabilmente l’andamento della narrazione rispecchia la drammaticità della serie ma l’esito fallimentare dei piano di Jessica, a me spettatore, è risultato piuttosto frustrante …

Non solo la story line principale ha avuto questo tipo di andamento, anche altre sotto trame, tra le quali, quella dello stesso Kilgrave, sono franate miseramente.

Di positivo, in questa serie, ci sono le caratterizzazioni dei personaggi, anche quelli secondari. Oltretutto, ci sono anche - pochi - momenti, involontariamente, comici 

Di inconsueto, oltre al carattere e ai modi della protagonista, c’è proprio il suo antagonista principale. Kilgrave è un cattivo dal fascino perverso e dalle motivazioni al di fuori dei canoni classici: non vuole dominare il mondo né lo vuole distruggere, non ha motivi forti o profondi che lo spingono ad agire, è semplicemente un uomo frustrato, incapace di empatia, viziato, che usa il proprio potere di condizionare la volontà altrui semplicemente per soddisfare i propri bisogni e capricci, ma dimostra una crudeltà da sociopatico, senza alcun rispetto o pietà per le sue vittime. Cercherà di convincere Jessica che il suo comportamento è stato irrimediabilmente condizionato dai maltrattamenti e violenze subite da bambino dai propri genitori. Scoprirà poi che la realtà è completamente diversa, gli esperimenti che aveva subito erano solo il disperato tentativo di salvarlo da una malattia degenerativa che altrimenti lo avrebbe ucciso giovanissimo e questi trattamenti - involontariamente – gli avevano fornito anche i suoi poteri. I suoi genitori si videro costretti ad abbandonarlo perché "Kevin" (questo il vero nome di Kilgrave) aveva cominciato ad usare contro di loro le sue nuove capacità in modo dispotico e violento.

Ci sono diverse cose della storia che secondo me non sono state scritte bene ma soprattutto non ho sopportato la leggerezza con cui la protagonista e tutti coloro che, durante la storia, a vario titolo, hanno tentato di contrastare Kilgrave, non hanno mai preso nessun tipo di precauzione per contrastare un potere tanto dannoso, quanto debole; infatti, se a Kilgrave bastava parlare per costringere chiunque a fare qualsiasi cosa contro la propria volontà (ma non Jessica che era diventata immune, ma lo scoprirà molto avanti), perché nessuno ha mai pensato di coprirsi le orecchie con cuffie o altri presidi per evitare di subire la sua voce, se non nell'ultima puntata? Sembrava una soluzione troppo semplice per prenderla in considerazione? Meglio qualsiasi altro provvedimento laborioso e inconcludente? Pare proprio di sì!

In conclusione, è una serie che si fa guardare perché incuriosisce e ha molti colpi di scena, ma secondo me la scrittura lascia un po’ a desiderare.

Voto: 6,5 Personaggi ben caratterizzati ma il villain risulta essere più interessante e carismatico della protagonista. Debolezza nell'andamento della trama, vediamo dove andrà a parare la seconda e terza stagione.

SECONDA STAGIONE: Alcune volte, nella visione della seconda stagione, mi sono chiesta se il motivo per cui le varie storie proposte risultassero così discontinue e schematiche fosse perché si rifacevano ai fumetti originali, almeno così ci sarebbe stato un minimo di attenuante…

L’impianto della storia per lo più risulta discontinuo, scostante, incoerente. Non è tutto da buttare, anzi, ci sono alcune puntate ben riuscite e situazioni che risultano accattivanti e coinvolgenti, ma non bastano a salvare la serie.

Tutto è incentrato sul passato dei protagonisti principali e il relativo condizionamento nelle loro vite; l’idea è buona ma lo sviluppo risulta forzato ed eccessivo, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Trish che, rispetto alla prima stagione, esce totalmente di testa non risultando assolutamente credibile.

Il villain della prima stagione, Kilgrave, era prevedibilmente inarrivabile e nella seconda stagione è stata fatta una scelta anche piuttosto coraggiosa che però è stata sviluppata decisamente male…

Sono stati ripetuti i difetti della prima stagione: troppe storie che si incrociano e soprattutto si intralciano, troppo ridondante il fatto che Jessica non riesca ad affrontare il suo disagio e lo affoghi nell’alcool.

Il difetto maggiore di questa stagione è lo sviluppo dei vari personaggi, talmente incoerenti da risultare poco credibili.

Più che altro per curiosità, seguirò anche la terza stagione, spero di rimanere piacevolmente sorpresa.

Ps: Attenzione SPOILER. Seppure non avesse senso e fosse fine a se stesso, ho gradito molto il coinvolgimento di Kilgrave in una puntata verso al fine della stagione (solo come proiezione mentale di Jessica), superbo!

 

VOTO: 6- Appena passabile

PS: La terza stagione è decisamente DELUDENTE. Voto: 5--

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