Recensione: Film – ENOLA HOLMES – Durata 123’ – Netflix – Gran Bretagna – 2020 – Giallo – Regista Harry Bradbeer – Sceneggiatore Jack Thorne – Interpreti: Millie Bobby Brown, Henry Cavill, Sam Claflin, Helena Bonham Carter, Adeel Akhtar, Frances de la Tour, Fiona Shaw, Louis Partridge, Jay Simpson, Burn Gorman.
C’è ancora la possibilità
di sfruttare la “creatura” di Sir Conan Doyle e riuscire a essere originali?
Certo! Basta puntare su un personaggio che nei romanzi originali nemmeno
esiste...
La storia di “Enola
Holmes”, come il titolo stesso suggerisce, punta tutta l’attenzione sulla
sorella minore del mitico Holmes; nei romanzi dedicati a Sherlock Holmes non si
menziona mai dell’esistenza di una qual si voglia sorella, infatti “Enola
Holmes” nasce dalla fantasia di Nancy Springer, che ha scritto dei romanzi
dedicati a questo personaggio. Non so quanto il film rispecchi il romanzo
originale, non essendo stata a conoscenza della sua esistenza, fino a questo
momento.
Il lato positivo di questo
film è sicuramente la scelta della protagonista (Millie Bobby Brown) la mitica
Eleven di “Stranger Things”: è molto credibile nella parte. Funzionale la
scelta di usare la protagonista come voce narrante e molto accattivante il
fatto che lei spesso guarda verso la telecamera, rivolta direttamente allo
spettatore, per condividere pensieri e riflessioni.
Bellissime le location e i
costumi d’epoca, la storia è narrata nello stesso periodo storico dei romanzi
di Sherlock Holmes originale (non come la stupenda serie “Sherlock” con Benedict
Cumberbatch, ambientata ai giorni nostri), e il fenomeno del fermento dei
cambiamenti sociali di metà dell’’800 ne diventa il fulcro.
La storia è articolata in
maniera da dipanare diversi misteri man mano che si svolge la storia, la
modalità investigativa e i travestimenti di Enola ricordano quelli del più
famoso fratello e nasce dalla particolare e anticonvenzionale istruzione
ricevuta dalla madre (la stessa istruzione ricevuta da Sherlock?, non se ne fa
cenno). Tutto il film è incentrato sulla ricerca da parte di Enola (già la
scelta del nome, letta al contrario, “Alone” = "da sola", suggerisce
la sua eccentricità) della madre, scomparsa misteriosamente il giorno del suo
sedicesimo compleanno, che diventa anche lo spunto per una più personale
ricerca interiore, il classico passaggio dall'adolescenza all'età adulta,
sicuramente in un modo per niente convenzionale.
Il film però non funziona
al 100%. Sherlock, ad esempio, ha una presenza carismatica, ma forse
fisicamente un po’ ingombrante, dovuta alla scelta dell’attore Herry Cavill
(l’ultimo Superman della DC), ma ha un ruolo troppo defilato, improbabile in
considerazione della sua iconografia, probabilmente questa scelta è stata resa
necessaria per non mettere in ombra la protagonista, con il risultato, però di
non renderlo assolutamente credibile. È
caratterizzato molto meglio il personaggio di Mycroft, il fratello maggiore
interpretato da un quasi irriconoscibile Sam Claflin (indimenticabile nel
romantico film “Io prima di te”). L’emancipazione della donna è forse la vera
protagonista della storia, però mi sono sembrate forzate e poco credibili certe
rappresentazioni dei vari movimenti, necessariamente clandestini, delle donne
dell’epoca.
C’è molta azione, il giusto
grado di mistery, ma i tempi non sono sempre i più azzeccati, il film è anche
forse un po’ troppo lungo.
In definitiva il film
risulta gradevole, il target più giovane del pubblico spero lo apprezzi, poiché
è dedicato in particolare a loro. È
previsto un seguito.
Voto: 7 Le mancanze non
sono poche
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