Recensione: LUTHER - Gran Bretagna - 2010 - Serie Crime - Drammatico - poliziesco - Ideata da Neil Cross - Attori Idris Elba, Warren Brown, Dermot Crowley, Michael Smiley, Ruth Wilson, Nikki Amuka-Bird, Paul McGann, Saskia Reeves, Steven Mackintosh, Indira Varma



La serie Tv “LUTHER”, trasmessa su Netflix 
- 5 stagioni per un totale di 20 puntate -
aveva un’enorme potenzialità.
La caratterizzazione del protagonista John Luther (Idris Elba) è originale e la fotografia è grigia, perfetta cornice per le drammatiche storie trattate.
Fin dall’esordio il protagonista principale viene tratteggiato in maniera inconsueta e affascinante rispetto ai propri omologhi di altre serie, la location è la città di Londra mostrata, non come una piacevole cartolina per turisti, ma spesso nei suoi sobborghi meno fashion e in luoghi tetri: tutti questi sono i punti di forza della serie. Purtroppo però è la scrittura delle storie e dei personaggi che diventa il punto debole e dolente, sia nella trama delle storie, sia per come vengono trattati alcuni personaggi; la sceneggiatura non risulta essere all’altezza delle aspettative e delle premesse.
Ci sono molte incoerenze nella trama, troppe soluzioni semplicistiche, ci sono cose già viste, troppi personaggi che, senza apparente ragione, da un istante all’altro, cambiano drasticamente il loro modus operandi, se non perché questo è  funzionale alla storia, personaggi principali eliminati in modo quasi grottesco…
ce ne sono troppi svarioni per elencarli tutti: peccato!
Un'altra pecca della serie è come viene gestito il personaggio più carismatico dopo Luther: Alice Morgan (Ruth Wilson). "Nata" come psicopatica assassina dei propri genitori e stolker di Luther è decisamente "politicamente scorretta" ma, per le sue caratteristiche fuori del comune, è riuscita a dare un'impronta particolarmente originale alla serie. Incoerente e sopra le righe per sua stessa natura passa da "cattiva" a "buona" secondo una logica solo sua e finisce, non si sa perché, per scomparire, viene liquidata senza una qualche ragione...    
Oltretutto, vale probabilmente solo per me, ci sono troppe scene cruente e macabre e troppi “morti ammazzati” male…

Attenzione seguono SPOILER
Se riportassi le incongruenze che ho notato puntata dopo puntata l'elenco sarebbe lungo ma due fra tutte queste mi hanno infastidito particolarmente:
- il partner di Luther, Justin Ripley (Warren Brown), muore per mano di uno pseudo vendicatore: la ragione? La dirittura morale del poliziotto non gli permetteva di lasciare andare il criminale, ragione più che coerente, peccato che il primo fosse completamente disarmato e l'altro se ne potesse andare tranquillamente...
- Luther, dopo l'ennesimo caso impossibile, lascia la polizia, per cui sarà un collega ad occuparsi di un nuovo caso difficilissimo e drammatico, deve indagare per fermare un serial killer che uccide e mangia parti delle sue vittime (mi ricorda qualcuno), il quale usa sempre lo stesso modus operandi, sennonché cambia un'unica volta; "farcisce" un frigorifero di esplosivo che verrà aperto e di conseguenza ne verrà dilaniato, indovinate da chi?: il sostituto di Luther. Tutto questo ovviamente non ha alcun senso logico, ma serviva esclusivamente per  fornire una ragione "forte" per convincere Luther a tornare: no comment...
Voto: 5,5            NON adatto alle persone sensibili!

PS: La suddetta recensione era riferita alle prime quattro stagioni.
Ora che ho visto anche la quinta, sento di dover fare delle integrazioni.
Premettendo che non sono a conoscenza se sia prevista una sesta stagione (personalmente spero proprio di no!), dopo la visione dell'ultima puntata mi viene spontaneo chiedermi che senso abbia avuto questa serie; probabilmente non è indispensabile che l'abbia per forza o che debba in qualche modo avere un qualche significato ma, siccome è più forte di me, un senso ce l'ho trovato: se si prende l'inizio della prima puntata della prima stagione e lo si "attacca" alla fine dell'ultima puntata della quinta si potrà vedere Luther che, dopo aver lasciato cadere nel vuoto un serial killer di bambini, viene arrestato dalla polizia... La morale è che, se pensi di farti giustizia da solo, andando contro le regole, comunque sbagli e verrai punito.
Onestamente non ho idea se il creatore della serie "Luther" ci abbia anche solo lontanamente pensato o me lo sia immaginata io e basta, ma solo così riesco a dare un senso logico ad una serie troppo voyeristica rispetto alle violenze perpetrate dal killer di turno (soprattutto serial killer), dove quasi mai la polizia arriva in tempo per evitare morti orrende, dove i colleghi di Luther cadono a uno a uno come mosche... e ultimo, ma non per importanza, dove una rediviva Alice (ripescata cadavere con tanto di riconoscimento delle impronte dentarie e del dna, per poi ricomparire "bel bella" senza che venga spiegato come sia riuscita a far spacciare un cadavere per sé e lascio stare un'altra incongruenza sul riconoscimento del suo dna su una garza sporca di sangue nell'ultima stagione che rende ancora più improbabile il fatto  precedente...) incasinerà la vita di Luther come non mai, arrivando a: uccidere senza ragione la sua collega, sparare a Luther più volte ma senza ucciderlo e infine, preferire cadere nel vuoto e morire che farsi arrestare... Credo sinceramente che si potesse fare di meglio...

Voto: 4,5           

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