Recensione: Locke & Key - USA - 2020 - Serie Horror Fantasy - Regia Harold Gay - William Cheng - Attori Darby Stanchfield - Connor Jessup - Emilia Jones - Jackson Robert Scott - Laysla De Oliveira and more
Netflix "sforna" continuamente ogni genere di serie tv, per cui non è semplice orientarsi nella scelta, così a volte si va un po’ a naso ed è infatti così che ho scoperto “Locke & Key” (tratta da una graphic novel di Joe Hill, figlio di Stephen King e Gabriel Rodriguez), 10 puntate molto avvincenti che si rischia di “bruciarsi” subito nell’attesa del colpo di scena e della svolta "epocale" ma, alla fine della fiera, non riesce a esprimere appieno le proprie potenzialità.
La
sigla iniziale è veramente stupenda, riesce a farti calare subito nell’atmosfera
giusta con il suo stile retrò e una grafica color seppia, fatta di disegni
stilizzati in bianco e nero che sembrano essere stati eseguiti utilizzando una
penna stilografica.
Fin
dalle prime battute la storia ricalca il già visto e i guizzi di originalità sembrano
fini a loro stessi perché non vengono mai sfruttati veramente e non tutti gli effetti speciali sono tali.
Ora
attenzione spoiler: L’assoluta incompetenza dei nostri eroi, divenuti tali loro
malgrado, mi ha fatto sbottare più di una volta e probabilmente le diverse
morti, alcune solo crudeli, altre assolutamente inutili, sono giustificate forse
solo dal fatto che la serie si definisce horror…
Ci
sono state però, puntata dopo puntata, delle incongruenze e delle ingenuità
della sceneggiatura che mi hanno non poco infastidita.
Non
è sicuramente originale la famiglia che si trasferisce in una nuova città a
causa di un dramma familiare con relativo scontento di una parte della
figliolanza, costretti a lasciare amici e sicurezze, per contro il figlio più
piccolo è invece galvanizzato dalle nuove prospettive. Non è originale la casa d’epoca
con tanto di nome (“Key House”) sufficientemente grande e al contempo tetra ed affascinante (probabilmente sono solo io a chiedermi come caspita faccia una
famiglia mono-genitoriale a mantenere un simile maniero e a prendersene cura
senza aiuti esterni…).
Non è originale il ragazzino che, non dovendo andare a scuola si annoia e curiosa ovunque e, mannaggia a lui, non si spaventa praticamente davanti a niente, quando io alla sua età, tra il terrorismo psicologico e il miliardo di raccomandazioni di mia mamma, non mi sarei mai sognata di andare in giro da sola in posti bui e spaventosi e sicuramente se avessi sentito voci da un pozzo e sussurri in giro per casa non li avrei affrontati con la sua improbabile tranquillità.
Non è originale il ragazzino che, non dovendo andare a scuola si annoia e curiosa ovunque e, mannaggia a lui, non si spaventa praticamente davanti a niente, quando io alla sua età, tra il terrorismo psicologico e il miliardo di raccomandazioni di mia mamma, non mi sarei mai sognata di andare in giro da sola in posti bui e spaventosi e sicuramente se avessi sentito voci da un pozzo e sussurri in giro per casa non li avrei affrontati con la sua improbabile tranquillità.
La
trama si fa ben presto più interessante ed inquietante quando iniziano gli
eventi magici ma è proprio da qui che, per me, la storia comincia a mostrare le
sue crepe.
Una
delle incongruenze che mi ha fatto prudere il naso? Hai la fortuna di trovare
delle chiavi con dei poteri straordinari, bene! Appena superato lo choc iniziale
realizzi che potrebbero risultare utili soprattutto per fronteggiare un super
villain che se ne vuole impossessare e che è disposto a fare qualsiasi cosa per
averle (anche spingere un ragazzino sotto le rotaie della metro…) e invece cosa
fai? Ti dimentichi completamente di usare la chiave giusta al momento oppurtuno o peggio te le fai
fregare come un pollo…
La lista di ingenuità e svarioni potrebbe continuare a lungo, compreso l’epilogo che traina alla (forse) seconda stagione.
Voto: 7+, migliorabile!
La lista di ingenuità e svarioni potrebbe continuare a lungo, compreso l’epilogo che traina alla (forse) seconda stagione.
Voto: 7+, migliorabile!
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