Recensione DOWNSIZING - VIVERE ALLA GRANDE - USA 2017 - Film - Regia Alexander Payne con Matt Damon, Kristen Wiig Chau, Christoph Waltz


Ho deciso di iniziare a recensire i film che vedo perché, quando vado a leggere la recensione di altri, raramente trovo un punto di vista coincidente al mio.

(Attenzione Spoiler)
Lo spunto di partenza del film è decisamente curioso: per salvare il pianeta basta rimpicciolire la popolazione; questo permetterà di diminuire l'impatto ambientale dell'uomo e in 200-300 anni, se tutto il genere umano aderirà a questa proposta, il nostro pianeta sarà salvo.
Punto di vista interessante ma che "scricchiola" già subito nella sua applicazione pratica. Se i primi a testare questo trattamento sono un gruppo di persone motivate e coraggiose, non altrettanto si può affermare del nostro "eroe" Matt Damon, e molti altri come lui, che scelgono questo "trattamento" semplicemente per migliorare le proprie condizioni economiche, dato che il costo della vita “in piccolo” è proporzionata alle nuove misure, per cui il valore economico dei risparmi "lievita" regalando un nuovo status sociale.
La moglie di Matt Damon ci ripensa all'ultimo (il motivo: non ha sopportato che per essere rimpicciolita le dovessero rasare i capelli e tutti i peli del corpo…?!?), lasciandolo solo e depresso nel nuovo mondo mini...
Della trama non aggiungo altro ma vorrei soffermarmi su dei particolari che, purtroppo, ho notato e che mi hanno infastidito.

E’ già stata usata altre volte, come spunto di narrazione, l’dea di ridurre (o ingrandire) le dimensioni di persone, soprattutto in contesti fantasy, per cui non si può dire che l’idea di base di “Downsizing” sia originale e la motivazione ambientalista si perde quasi da subito; sembra che lo scopo reale del film sia far riflettere sulle diseguaglianze sociali presenti nella società americana (e non solo) e dell’inevitabilità del tracollo del genere umano a causa delle conseguenze dei cambiamenti climatici…

Lo sconvolgimento nel diventare da normo- misura a mini non risalta particolarmente come in altri film, in cui la differenze con il mondo reale spicca ed è molto impattante (a parte in poche ma trascurabili scene verso la fine del film), però in questo caso può essere stata una scelta voluta per puntare l’attenzione su altro.

Un’incongruenza forte (per me) di questo film è che non ho potuto non chiedermi come abbiano fatto a miniaturizzare ogni cosa per adattarla alle dimensioni dell’umanità xxxs: infatti solo gli organismi viventi potevano essere ridotti, gli oggetti invece dovevano essere solo costruiti nella nuova misura; non mi risulta che al giorno d’oggi esistano componenti elettronici così piccoli da permettere di costruire telefoni, televisori, computer, aspirapolveri o altro di pochi millimetri; così come è improbabile che molte altre cose di vita comune possano venire ridotti alle dimensioni necessarie per essere usate da persone di poco più di 12 cm (anche se a costruirle fossero i "piccoli" uomini).
In apparenza potrebbe sembrare poco importante ma, almeno a me, ha tolto molto della credibilità della storia. In generale, il più delle volte ho dovuto fare uno sforzo di immaginazione per non pensare che effettivamente TUTTO era a grandezza normale; anche quando si vedevano insieme persone “piccole” e “grandi” questo non risaltava particolarmente.
Questo film non mi ha entusiasmato, non mi ha affascinato, non mi ha fatto riflettere..

Voto: 6-

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